ALESSANDRIA_EDUCAZIONE
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20160405_cittadella_n | Una classe al fiume | Sambuchi in primo piano |
Sentiero | Acqua pulita a maggio | Ancora acqua pulita a maggio |
Fiori di sambuco | Salix alba | Robinia pseudoacacia in fiore |
Fiore di papavero | A pelo d'acqua | Campi lungo fiume |
Un esempio di piccola "foresta plani | 2004_0513Image0050.JPG | logopronat.jpg |
Water DropletsDescribe your image here | Budding TreeDescribe your image here | Fallen ApplesDescribe your image here |
Cherry BlossomDescribe your image here | Ray of LightDescribe your image here |
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AUTISMO . TERAPIE RIABILITATIVE
Terapie Riabilitative : una grande necessità per i nostri Figli
La necessità di un genitore di un Soggetto Autistico è di poterlo portare ad una integrazione nella società quanto più elevata possibile.
In Italia la cultura dell’integrazione non è di fatto una nostra prerogativa, anche se la legge 104 è una legge d’avanguardia, che pur tuttavia, soffre di una mancanza di tutto un insieme di strutture, che rendano la legislazione viva ed operante.
Perciò a fronte di questo bisogno di integrazione, le Neuropsichiatrie Infantili ed i Servizi Sociali di solito offrono due interventi ; la Psicoterapia e la Psicomotricità.
Secondo noi,, le problematiche sono così vaste che questi interventi si rivelano assolutamente insufficienti, anche perché ci sono altri Paesi in Europa che sono proiettati molto più avanti rispetto all’Italia e che mirano a migliorare l’autonomia del soggetto, che pur rimanendo Autistico, riesce ad integrarsi a vari livelli.
In Italia, di fatto, si integrano i disabili mentali nelle scuole, ma purtroppo tranne qualche fortunata “oasi nel deserto”, dove grazie ad una grande sensibilità da parte di operatori ed insegnanti, questa realtà diventa una vera integrazione, per il resto si assiste ad una specie di parcheggio che scontenta un po’ tutti e fa del male ai nostri figli.
La dura realtà è questa; se vogliamo avere di più, noi genitori dobbiamo darci da fare con gli apparati perché mettano in pratica la Legge 104, utilizzando un argomento sempre vincente ” l’arma della conoscenza “.
Con le finestre di questo Sito, possiamo farci una idea di tutto ciò che oggi si può fare per i Nostri Figli e utilizzarle per sensibilizzare le Strutture e dimostrare loro che la conoscenza sull’Autismo ha ormai di fatto reso superati certi vecchi metodi e che l’integrazione va affrontata alla luce delle nuove importanti conoscenze di questi ultimi anni.
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APPROCCIO T.E.A.C.C.H DI KERRY HOGAN
IL PENSIERO NON VERBALE, LA COMUNICAZIONE, L’IMITAZIONE E LE ABILITA’ DI GIOCO IN UNA PROSPETTIVA EVOLUTIVA
Dott. Kerry Hogan, Psicologo Divisione TEACCH – Agosto 1997 – Revisione: 2settembre 1997 Traduzione a cura del Centro per l’Autismo, AUSL di Reggio Emilia (R. Francavilla, A.M Dalla Vecchia)
Tutti i bambini, con o senza autismo, fanno progressi attraverso una serie di livelli evolutivi man mano che acquisiscono nuove capacità. Questo articolo intende servire due scopi. All’inizio vengono descritti le Fasi di sviluppo osservate nel pensiero non verbale, nella comunicazione, nell’imitazione e nel gioco. Molti genitori Io hanno trovato utile per conoscere queste fasi come un modo di individuare il livello attuale di sviluppo del loro figlio e come aiuto per programmare gli obiettivi futuri. Alcune attività sono state inserite come esempi di tecniche educative che possono essere adattate a questi diversi livelli evolutivi. La maggior parte di queste fasi evolutive sono comuni sia ai bambini con autismo sia ai bambini normali. Le attività qui descritte sono adattate specificamente agli stili di apprendimento dei bambini autistici.
I bambini autistici presentano abitualmente un profilo di sviluppo non lineare caratterizzato da competenze non verbali più elevate. Le attività di insegnamento sono più integrate se queste sono adattate al livello evolutivo attuale del bambino. Qualunque sia il punto di partenza di ogni bambino, tutti acquisiranno nuove abilità e passeranno attraverso ogni stadio evolutivo ognuno con il proprio passo. Le attività proposte in questo articolo vogliono fornire esempi per promuovere lo sviluppo in ognuna di queste fasi. Nonostante siano inclusi alcuni suggerimenti più avanzati, le fasi di sviluppo qui descritte sono molto importanti per i primi apprendimenti e quindi possono essere più utili ai genitori di bambini piccoli. Questi suggerimenti non sono esaustivi e devono essere adattati ai punti di forza e agli interessi di ogni bambino, considerato individualmente.
Competenze non verbali o di pensiero visivo
Questo è un punto di forza per i bambini autistici. Quando volete insegnare una nuova abilità cercate di pensare a come potete farlo visivamente. Usando un approccio visivo è più probabile avere successo nell’insegnare qualsiasi nuova abilità
Classificazione e semplici abbinamenti
1. La prima cosa che un bambino impara in questa area è coordinare abilità visive con abilità motorie. Nella sua forma più semplice questa è la capacità di guardare un oggetto, cercare di raggiungerlo e prenderlo . Quando un bambino sa tenere un oggetto imparerà a manipolano in modi più complessi come mettere gli oggetti in certi posti che hanno un significato da un punto di vista visivo. Questa abilità può essere sviluppata, in parte, sottolineando l’area o il contenitore dove volete che il bambino metta ogni oggetto. Per esempio, se c’è un solo foro in un contenitore, è facile per un bambino vedere dove mettere l’oggetto. Alcuni bambini imparano a tirare fuori gli oggetti dai contenitori prima di iniziare a mettere gli oggetti dentro ai contenitori.
2. Come prossima tappa un bambino imparerà a differenziare alcuni oggetti da altri. Questo è il primo passo per imparare a classificare. Uno dei modi migliori per insegnare questa abilità è creare un compito di scelta che elimini la possibilità di Fare errori. Per esempio potete fare un contenitore con una apertura sottile per mettervi dei cartoncini ed una apertura quadrata per mettervi dei cubi. Nessuno degli oggetti potrà entrare nell’apertura dell’altro oggetto, così sarà molto chiaro che alcuni oggetti sono diversi da altri e vanno messi in posti diversi.
3. Quando un bambino ha imparato a classificare degli oggetti in un compito che elimina la possibilità di errore, può imparare a classificare due oggetti in contenitori simili. Per esempio, il bambino potrebbe imparare a mettere i cucchiai in un contenitore e le palle in un altro contenitore. E’ più facile imparare questo se usate oggetti molto diversi fra loro e contenitori trasparenti in modo che il bambino possa vedere gli oggetti nel contenitore e un campione di ogni oggetto messo in ogni contenitore. Il bambino inoltre troverà più facile classificare se gli oggetti in ogni categoria sono identici (per esempio cucchiai di plastica bianchi identici e palline da tennis gialle identiche).Quando il bambino riesce nell’abilità di classificare, potete cambiare alcune caratteristiche del compito. E’ importante ricordare tuttavia di cambiare solo un aspetto del compito alla volta, così che il bambino non diventi frustrato o confuso. Per esempio potete incoraggiare il bambino a classificare gruppi di oggetti che sono sempre più simili (per esempio invece di cucchiai e palline, dividere cucchiai e coltelli) ma non dovete fare questo cambio nello stesso momento in cui iniziate ad usare contenitori opachi.
4. Un altro tipo di classificazione che viene imparata abbastanza presto è l’abilità di scegliere secondo caratteri concreti degli oggetti come il colore e la forma. Di nuovo iniziate rendendo il compito il più facile possibile. Per esempio, iniziate a classificare gli oggetti per colore piuttosto che le figure. Classificare gli oggetti è più facile perchè variano in molte più caratteristiche che non le figure. Perciò le differenze tra gli oggetti è più probabile che siano significative per il bambino piuttosto che le differenze tra le figure. Man mano che gli oggetti diventano sempre più simili tra loro, il bambino diventerà più attento al colore come carattere peculiare. Per esempio potete passare dalla scelta di cucchiai bianchi e di palline da tennis gialle alla scelta tra palline da tennis gialle e palloni rossi e poi passare alla scelta tra palloni rossi e palloni gialli.
5. Anche i puzzle sono un compito di classificazione perché il bambino sta imparando a mettere oggetti diversi in contenitori diversi. I puzzle sono come i compiti descritti prima perché ogni pezzo può inserirsi solo in un posto. I puzzle più facili sono quelli ad incastro dove i pezzi veramente entrano nel foro giusto. Questi puzzle possono essere resi ancora più facili copiando la Figura dal pezzo e mettendola nel posto dove va il pezzo. Ricordate di scegliere puzzle che siano compatibili con le abilità motorie dei bambino, I bambini piccoli di solito cominciano con puzzle con pezzi grossi per aiutarli a tenere e ruotare ogni pezzo.
6. Una abilità visiva più difficile è l’accoppiamento. Esso è spesso più difficile della classificazione perché non richiede il mettere gli oggetti in contenitori e quindi il compito è meno chiaro visivamente. Di solito si pensa all’accoppiamento come una attività che richiede d~ abbinare figure, lettere, numeri, ecc. Ma l’accoppiamento si può anche fare chiedendo di abbinare oggetti identici o di abbinare oggetti a disegni o a fotografie.
7. Quando il bambino è capace di classificare diversi tipi di oggetti, potete valutare se capisce o no le figure. Un modo di valutarlo è vedere se il bambino è capace di abbinare oggetti a immagini degli stessi. Il primo gradino di questa abilità è vedere se il bambino sa abbinare un oggetto a una figura della stessa dimensione e colore dell’oggetto. Questo compito è anche più facile se la figura è presentata come un incastro così che l’oggetto realmente si inserisca nella figura. Potete creare una figura tagliandone la forma in un materiale morbido (polistirolo) che abbia un po’ di spessore e mettendola vicina al “buco” dell’incastro. Quando il bambino sa abbinare oggetti in un contenitore che mostra una figura identica potete provare l’abbinare oggetti a figure piatte, oppure a figure che sono più piccole o un po’ diverse nel colore (ad esempio in bianco e nero).
Il prossimo passo da imparare sulle figure è che il bambino accorpi oggetti e figure che non sono identiche. Per esempio potete mettere una figura sull’esterno di un contenitore opaco e il bambino deve abbinare gli oggetti alle figure sui contenitori.
E’ importante essere capaci di abbinare gli oggetti alle immagini prima di iniziare le attività di abbinamento di figure ad altre figure. Il livello oggetto/immagine ci assicura che il bambino capisce il significato delle figure e non solo che esse sono immagini diverse che possono essere abbinate per le loro caratteristiche visive. Diversi tipi di figure possono essere più o meno significative per il vostro bambino. Dovete sperimentare per vedere che cosa funziona meglio. Alcuni bambini trovano le Fotografie facili da capire. Per altri bambini le foto sono troppo letterali. Essi pensano che una foto non possa rappresentare nient’altro che l’oggetto raffigurato dalla immagine e non un altro oggetto. I bambini che reagiscono in questo modo alle foto è più probabile che riescano con i disegni. Quando le abilità del bambino nel capire le figure migliorano, le figure possono essere più astratte. Per esempio, si può usare solo il disegno dei contorno delle forme per abbinare oggetti che hanno quella forma.
8. Quando siete sicuri che il bambino capisce le figure potete tentare dei compiti di classificazione di figure. Di nuovo, iniziate con i tipi di compito che rendono più facile la classificazione. Per esempio le figure in ogni gruppo devono essere identiche e ci deve essere un campione delle figure sull’esterno di ogni contenitore. Quando il bambino è capace in queste forme più semplici di classificazione, potete passare a forme più complesse come avete fatto con gli oggetti.
Lo scopo della classificazione
Molti genitori chiedono perché usiamo tanto tempo ad insegnare ai bambini a classificare oggetti e figure.
Primo, la classificazione è adatta ai bambini con autismo perché si avvantaggia delle loro abilità visive. Quando un bambino comincia a mettersi a lavorare a tavolino è utile usare dei compiti significativi.
Secondo, la classificazione porta l’attenzione del bambino sulle differenze tra gli oggetti. i bambini non autistici imparano queste differenze usando il linguaggio. Essi chiederanno ad esempio”cosa è questo?” e gli adulti insegneranno loro le espressioni verbali che danno un significato alle differenze tra gli oggetti. Le parole non hanno tanto significato per i bambini autistici quanto ne hanno le differenze visive.
Terzo, quando un bambino ha imparato a classificare oggetti e Figure sulla base delle loro differenze visive, allora è preparato ad imparare concetti più difficili attraverso il processo di classificazione. Essi sono anche capaci di iniziare ad imparare le etichette degli oggetti perché le differenze tra oggetti sono già state poste alla loro attenzione, rendendo così più significative le etichette v’rbaii. I passaggi seguenti di sviluppo visivo descrivono come dei concetti più complicati possono essere insegnati visivamente.
Tecniche di classificazione e di accoppiamento più complicate
9. Quando un bambino ha imparato a classificare figure e oggetti identici, egli può iniziare a classificare oggetti che non sono identici ma che appartengono alla stessa categoria. Usando l’esempio del cucchiaio e della palla, il bambino che sa classificare cucchiai e palline identici può cominciare a classificare diverse dimensioni e tipi di cucchiai e diverse dimensioni e tipi di palle. Questo porta l’attenzione di un bambino sull’idea che gli oggetti appartengono a categorie: che i cucchiai non sono solo cucchiai bianchi di plastica, ma sono cose che hanno un manico ed un’area concava alla fine. Imparare sulle categorie è un tipo di apprendimento concettuale. Quasi tutte le categorie o i concetti possono essere insegnati visivamente. L’idea di colore può essere insegnata facendo che il bambino classifichi figure che sono diverse ma che hanno tutte lo stesso colore.)
10. I concetti accademici possono anche essere insegnati usando questo metodo. Si possono classificare lettere e numeri. Per esempio parole che iniziano con “B” e “I” possono essere classificate in contenitori su cui sono attaccate le lettere “B” o “I”. I concetti di numero possono essere insegnati abbinando delle carte con altre carte dove è scritto il numero corrispondente.
Concetti semplici come uguale e diverso possono essere insegnati usando la classificazione. Potete dare al bambino diversi sacchetti di oggetti, alcuni contenenti oggetti identici ed alcuni contenenti oggetti diversi. Imparando ad individuare le differenze tra i due oggetti, il bambino può imparare che alcuni oggetti sono uguali e alcuni sono diversi.
11. La classificazione e l’accoppiamento possono essere utili per sviluppare il linguaggio perché danno al bambino molte possibilità di ascoltare una etichetta verbale associata ad uno stimolo visivo come un oggetto o una figura. Per esempio, quando il vostro bambino classifica i cucchiai e le palline voi potete semplicemente dire “cucchiaio” o palla” ogni volta che egli mette un cucchiaio o una palla nel contenitore. Ricordate di usare la parola che più facilmente il bambino userebbe. Per esempio, è più probabile che il bambino usi la parola palla piuttosto che la parola palla da tennis. I bambini capaci di parlare, che sentono ripetutamente l’espressione verbale associata ad un oggetto significativo, possono iniziare a ripetere la parola durante il compito ed eventualmente possono cominciare ad usarla in contesti naturali, I bambini non verbali che sentono questa etichetta è più facile che capiscano quella parola quando la sentono in altre situazioni.
Questi livelli di sviluppo delle abilità di pensiero visivo sono stati descritti in dettaglio perché questo è un modo molto importante di imparare per i bambini autistici. Quasi tutto quello che noi insegnano implicherà degli aspetti visivi. Quando insegnate un concetto dovete essere sicuri che il compito sia significativo per il bambino. Usare istruzioni visive è uno dei modi migliori per assicurarsi che quanto il bambino sta imparando è significativo.
La comunicazione
Tutti i bambini attraversano dei passaggi mentre imparano a comunicare. I bambini autistici passano attraverso le stesse tappe ma possono restare allo stesso livello per un periodo di tempo più lungo o attraversare queste tappe in un ordine diverso. Ci sono comunque alcune forme di comunicazione che promuovono Io sviluppo della comunicazione nei bambini autistici ma non sono sempre necessarie per i bambini normali.
Quelle che seguono sono le fasi dello sviluppo della comunicazione viste sia nei bambini normali che negli autistici.
1/. Esprimere i bisogni. Questo è il tipo di comunicazione più basilare. Esprimere i bisogni comporta fare qualche indicazione di un bisogno senza necessariamente dirigere la comunicazione verso un’altra persona. In questa fase il bambino può avere solo un modo di comunicare una varietà di bisogni diversi. Per esempio un neonato piange quando ha fame ma anche quando ha sonno.
2/. Esprimere bisogni specifici. Si tratta di solito di una comunicazione mediata da attività motoria come cercare di raggiungere gli oggetti, portare una persona verso un oggetto, portare un oggetto ad una persona, o mettere la mano di una persona su un oggetto. In questa fase il bambino ha una idea specifica circa i suoi bisogni e sta cercando di comunicare questo bisogno. Le intenzioni del bambino non sempre possono essere chiare all’adulto.
Se il vostro bambino sta avendo difficoltà a passare dalla fase di esprimere i bisogni generali a quella di esprimere dei bisogni specifici potete aiutarlo creando situazioni nelle quali lui può fare pratica nel comunicare su specifici oggetti o bisogni. Usate la vostra conoscenza di quello che piace e non piace al bambino per creare situazioni in cui lui sarà motivato a comunicare. Lo scopo di questo esercizio è di fornire varie opportunità per impegnarsi in una comunicazione che sia motivante ed abbia successo. Anche quando il bambino non è capace di comunicare in modo appropriato, dategli quello che desidera e nello stesso tempo mostrategli come comunicare. Di seguito ci sono alcuni esempi di queste situazioni.
Mettete un cibo preferito in un barattolo che il bimbo non può aprire. Mostrate al bambino il barattolo in modo che lui possa vedere il cibo e poi mettetelo a portata di mano del bambino. Vedete che cosa fa per comunicare. Lui può solo cercare di raggiungerlo o può fare qualcosa di più specifico come mettere la vostra mano sul barattolo. Accettate tutti questi gesti come comunicazione e date il cibo al bambino. Se lui non comunica affatto, dimostrate come comunicare prendendo la mano del bambino e muovendola verso il barattolo così che lo possa toccare e poi dategli il cibo. Ricordate di rendere queste situazioni piacevoli e gratificanti per il bimbo. Se lui sa che la comunicazione può essere gratificante sarà più probabile che lui comunichi in futuro.
Altre situazioni che possono motivare il bambino sono mettere un gioco in un posto alto così che lui deve comunicare per averlo. Potete dare al bambino un puzzle che gli piace ma tenetene un pezzo, così che lui deve venire da voi per avere il pezzo. Create una routine sociale, come un gioco del solletico. Provate dicendo qualcosa come ” 1,2,3, ” oppure “arrivo” epoi fate il solletico al bambino, ripetendo il gioco finché lui comincia ad anticipare quando voi state per fargli il solletico. Eventualmente, quando il bambino ha imparato la routine fermatevi per vedere se il bambino fa qualcosa per farvi ricominciare.
3/ Usate dei gesti: gesti comunicativi come “lndicare ” andare con lo sguardo avanti e indietro tra un oggetto e un’altra persona “alzare le spalle” e altri gesti comuni. Questo è un tipo di comunicazione che di solito è difficile per i bambini autistici e spesso emerge piuttosto tardi nello sviluppo, I gesti sono difficili per questi bambini perché di solito comunicano informazioni sociali o informazioni su idee interiori. Per esempio i bambini spesso indicano per mostrare interesse in qualcosa o alzano le spalle per comunicare quello che loro non sanno. La conoscenza e l’interesse sono idee interiori. Molti bambini autistici possono saltare questa fase di sviluppo oppure iniziare ad usare i gesti dopo avere sviluppato delle forme di comunicazione più complesse.
4/ Attenzione congiunta: l’uso dell’attenzione congiunta è un aspetto difficile dell’espressione gestuale per i soggetti autistici. L’attenzione congiunta è l’abilità di condividere l’attenzione con un’altra persona mentre entrambi pongono attenzione allo stesso oggetto. Per esempio, indicare un oggetto di interesse è attenzione congiunta. Un modo per aiutare i bambini a sviluppare l’attenzione congiunta è rendere questo tipo di comunicazione più concreta. Per esempio, potete toccare l’oggetto che state indicando invece che indicano da lontano. Una attività che può contribuire allo sviluppo dell’attenzione congiunta è creare situazioni in cui è più facile che l’attenzione congiunta abbia modo di apparire. Per esempio, leggere dei libri di figure è un’ attività che spesso comporta l’attenzione congiunta. Mentre leggete il libro, indicate una figura e ditene il nome mentre guardate avanti e indietro tra il libro e il bambino. Questo dimostra al bimbo una forma di attenzione congiunta che lui può imitare.
Creare delle sorprese può anche favorire l’attenzione congiunta. Ci sono diversi modi di fare ciò. Potete mettere diversi giocattoli che interessano il bambino in un sacco e fare a turno a tirarli fuori dal sacco oppure potete nascondere dei giocattoli speciali in casa e poi cercarli. Quando trovate il giocattolo o Io tirate fuori dal sacco esagerate la vostra risposta e guardate più di una volta il bimbo e il giocattolo o indicatelo con parole semplici come ad esempio ,”quarda ! Un coniqlio” Quando voi esagerate nell’essere sorpresi e nel condividere quella sorpresa con il bimbo è più probabile che lui noti questo tipo di comunicazione.
Infine potete creare delle situazioni nelle quali si produca qualcosa di inatteso. Questo necessita di un po’ di creatività perché qualcosa accada, ma voi avete la conoscenza migliore del vostro bambino e la garanzia di riuscirci. Per esempio, se il vostro bambino ama gli smarties e detesta i cornflakes, potete far finta di versare dei cornflakes da una scatola di cereali (in cui avete messo invece degli smarties) per far sì che escano degli smarties dalla scatola. Se avete un gioco telecomandato, voi potete azionare il gioco quando vostro figlio non se lo aspetta. Anche in questo caso, creare questo tipo di situazione vi fornisce l’occasione di mettere in pratica l’attenzione congiunta, piuttosto che aspettare che queste circostanze si presentino in maniera fortuita.
5/ La prossima fase di comunicazione è solitamente molto utile per i bambini autistici ma non si osserva generalmente nei bambini normali. Questa fase consiste nell’uso di informazione visiva per comunicare. Questo tipo di comunicazione è spesso usato per permettere al bambino di chiedere qualcosa che egli vuole. Nonostante vogliate che il bambino comunichi su cose pratiche, come domandare di andare in bagno, è meglio iniziare l’apprendimento con i cibi favoriti o gli oggetti che sono più motivanti per il bambino. I bambini usano una varietà di mezzi diversi per comunicare in un modo visivo.
Per esempio la richiesta di bere può essere comunicata dando un oggetto (per esempio una tazza), una figura ( per esempio la figura di una tazza) o una parola scritta ( per esempio la parola “tazza” o scritta dal bimbo o scelta tra vari cartoncini tra i quali la può prendere). Quando il bambino vuole qualcosa, pretendete che lui vi dia l’oggetto, la figura o la parola e allora rispondete dandogli quello che ha chiesto. All’inizio può darsi che dobbiate aiutare il bambino guidandolo a darvi il simbolo visivo. Questo è più facile se due persone lavorano insieme. Una persona aiuta il bambino a dare il simbolo visivo e l’altra persona risponde dandogli quello che ha chiesto.
Sarà più facile per il bambino usare queste strategie visive di comunicazione se i simboli sono facilmente disponibili (per esempio tenere le figure dei cibi sulla porta del frigorifero). L’utilizzo di mezzi visivi per comunicare ha numerosi obiettivi:
> La comunicazione visiva è di solito più significativa per i bambini autistici perché essi capiscono le cose visive meglio delle cose dette.
> Dato che la comunicazione visiva è più significativa, è anche più motivante. Usando questi sistemi loro riescono a vedere “la comunicazione in azione” e di che cosa si tratta.
> Dando qualcosa fisicamente ad un’altra persona il bimbo si ricorda che la comunicazione coinvolge altre persone.
> La comunicazione visiva è spesso un ponte verso tipi di comunicazione più complicati o simbolici, come le parole.
6/ L’utilizzo del linguaggio dei segni: i genitori chiedono se il linguaggio dei segni, utilizzato dai sordi, sia un modo efficace per comunicare visivamente. I segni sono visivi, tuttavia sono un modo molto astratto di comunicare, come le parole. Per esempio c’è un segno che significa biscotto, ma non c’è niente di ovvio che indichi ai vostro bambino ( o anche a voi) il significato. I segni poi richiedono che il bimbo pensi a due idee in una volta. Se il bambino vuole un biscotto deve ricordare che vuole un biscotto e contemporaneamente deve ricordare il segno giusto. Dandovi un oggetto o una figura deve solo pensare di darvi lo stimolo visivo. La figura o l’oggetto ricorderà al bambino perché sta comunicando.
I bambini autistici possono imparare i segni come una routine per chiedere le cose ma possono non comprendere il rapporto con il bisogno di fare i segni. Quando la comunicazione non è significativa, è meno probabile che il bambino cerchi di comunicare.
7/ L’ultima tappa di base della comunicazione è l’usare le parole. Naturalmente c’è una progressione nello sviluppo del linguaggio, dall’usare singole parole ad usare le frasi. Di nuovo, quando il bambino inizia a sviluppare il linguaggio, dovete creare un ambiente che lo porti ad avere successo con il linguaggio. Alcuni punti da ricordare che possono essere utili a sviluppare il linguaggio sono i seguenti:
a. All’inizio il bambino può usare il linguaggio in modo non pertinente . Per esempio, se il bimbo conosce la parola “biscotto”. ma la usa in modo non pertinente, permettetegli di usare un altro mezzo come indicare quando non ricorda la parola. Sviluppare il vocabolario è molto più facile che imparare il processo di comunicazione. E’ questo processo il più difficile da capire per i bambini autistici. Togliergli un oggetto quando il bimbo non dice una parola sarebbe frustrante e renderebbe la comunicazione meno motivante. Accettate ogni tipo di comunicazione, anche quando pensate che il bambino potrebbe fare di più. Alcuni genitori si preoccupano che il bimbo li manipoli e cerchi di andare avanti senza parlare, ma una volta che “parlare” vieneimparato, è di solito il modo più facile per comunicare. Perciò, quando il vostro bambino imparerà a parlare, probabilmente sceglierà di parlare piuttosto che usare altri tipi di comunicazione. Ma questo processo di apprendimento sarà incongruo all’inizio, quindi abbiate pazienza.
b. Voi potete dare dei buoni modelli ai bambino parlando in modo semplice. Utilizzate con il vostro bambino un linguaggio che sia alla sua portata. Per esempio, se il bimbo sta imparando a chiedere un biscotto, dite la parola “biscotto ” quando lui cerca di parlare. L’abilità di dire delle frasi e altri tipi di comunicazione come 7oer favore” e 7qrazie” verranno più avanti. Dite solo quello che vi aspettate che il bambino dica, così lui possa sentire le parole che userà realmente.
c. Assicuratevi di incoraggiare sistematicamente 1a comunicazione spontanea. Il bambino imparerà a nominare figure ed oggetti più facilmente che venire a cercarvi e chiedervi qualcosa. Di nuovo, creare delle situazioni in cui il bimbo ha bisogno di comunicare (come il cibo nel barattolo) gli darà molte occasioni di fare pratica nel parlare. Rendere disponibili delle immagini visive anche dopo che il bambino comincia a parlare lo aiuterà a ricordargli la parola e i motivi per comunicare. Questo diminuirà il numero delle volte in cui dovete anticipare il bambino dicendo per primi la parola. Se vedete che dovete dire al bambino quello che deve dire e dopo lui ripete la parola, potete pensare di passare ad una forma di comunicazione più semplice, così che il bimbo possa comunicare senza che ci sia qualcosa per ricordarglielo. Altrimenti il bambino rischia di abituarsi a dipendere da voi che gli ricordate di comunicare.
Le caratteristiche della comunicazione
Quando il bambino sta imparando a comunicare, ci sono diversi punti da tenere in mente:
1/ Rendere la comunicazione più facile così che comunicare sia motivante. In questa fase di sviluppo è molto importante facilitare la comunicazione per il bimbo così che lui possa sperimentare il successo quando comunica. Quando riuscirà a comunicare meglio, è più facile che capisca e sviluppi dei modi di comunicare più sofisticati.
2/ Scegliete un tipo di comunicazione significativa per vostro figlio. Se il bambino ha bisogno di molte informazioni visive concrete per comunicare, allora usate gli oggetti per aiutarlo. Se il bimbo è capace di capire le immagini ma fatica ad usare le parole, allora usate le immagini. Il bimbo non sarà capace di comunicare con successo se la forma di comunicazione che voi insegnate non è una forma che lui possa capire.
3/ E’ possibile che lo sviluppo della comunicazione del bambino sia irregolare. Lui potrebbe iniziare a comunicare usando movimenti fisici come prendervi la mano per farvi vedere quello che vuole. Poi potrebbe iniziare ad usare gli oggetti, poi le figure e poi le parole. Tuttavia in ogni momento di questo processo può darsi che il bambino usi più di un metodo. Potrebbe usare le parole qualche volta e le figure altre volte. Se lui usa diversi livelli di comunicazione voi dovete rispondere a tutti i livelli e non insistere per il livello più alto. Dovete indicare il tipo di comunicazione che volete che lui usi, ma rispettando la sua risposta iniziale, per rinforzare una comunicazione riuscita e motivante.
4/ La forma di comunicazione più importante da insegnare è la forma che il bambino userebbe spontaneamente. Se il bambino vi mostra una figura ma lo fa solo quando voi dite “mostrami il biscotto” allora il bambino non sta comunicando spontaneamente. Se questo è il vostro caso, usate un modo più facile di comunicare e fategli fare molta pratica con quei metodo. Insegnare al bambino delle parole può essere utile. Tuttavia, se il bambino non usa il suo vocabolario spontaneamente, allora quel tempo non è stato utile. Bisognerà sempre utilizzare più tempo per insegnare la comunicazione spontanea piuttosto che il vocabolario. Ci vuole più creatività a creare un ambiente in cui il bambino comunichi spontaneamente. Voi siete la persona più adatta per fare questo perché conoscete bene il bambino e siete con lui in molte situazioni e quindi avete molte opportunità di incoraggiare la comunicazione.
Comprendere la comunicazione
Nella comunicazione capire è tanto difficile da imparare quanto esprimere i propri bisogni. Le Fasi basilari del capire la comunicazione sono le stesse di quelle elencate qui sopra. Il bambino capirà dei gesti semplici come “dare un oggetto” prima che capisca “indicare “o capire “le parole”, Egli potrà aver bisogno di simboli visivi come oggetti o figure per aiutarlo a capire le parole. Alcune considerazioni sull’imparare a capire gli altri sono descritte di seguito:
1 / Non date per scontato che il bimbo capisca le parole solo perché lui risponde, Il bambino può stare rispondendo al vostro tono di voce, ad una delle vostre parole ma non a tutte, a uno stimolo visivo (come vedervi mettere il cappotto quando dite che è ora di andare), o ad una routine Familiare, In una situazione non familiare il bambino potrebbe non capire le stesse parole.
2/ La capacità del bambino di capire la comunicazione può non essere allo stesso livello del suo modo di esprimere la comunicazione. Per esempio, può darsi che il vostro bambino possa capire alcune parole, ma possa solamente usare degli oggetti per comunicare con voi. Al contrario, il bambino può usare alcune parole ma non capirne molte altre e può aver bisogno di suggerimenti visivi per aiutarlo a capire.
3/ Usare suggerimenti visivi aiuterà sempre il bambino a capire perché il pensiero visivo è probabilmente un punto di forza per il bambino. Voi potete aiutare il bambino a capire la vostra comunicazione tenendo in mano l’oggetto di cui state parlando, usando semplici gesti come indicare l’oggetto con il dito, o mostrandogli una figura.
4/ Quando state insegnando ai bambino a capirvi, usate parole semplici e molte ripetizioni. Prima che il bambino possa capire la Frase “questo è un biscotto”, lui dovrà imparare a capire la parola “biscotto” Potete dare al bambino molti esempi di questa parola usandola ogni volta che chiede un biscotto e usando il suggerimento visivo di tenere in mano il biscotto o di indicano.
L’imitazione
L’imitazione è uno dei modi più importanti di imparare per i bambini normali. Questa modalità di apprendere è difficile per i bambini artistici perché richiede al bimbo di prestare attenzione ad un’altra persona e a quello che la persona sta facendo. Il bambino probabilmente è capace di fare molte delle azioni legate a compiti di imitazione. Però può non capire che ci si aspetta da lui l’imitazione. Per esempio, il bambino probabilmente sa battere le mani ma se voi volete che vi imiti mentre battete le mani, potrete avere difficoltà ad avere questa risposta. La cosa più difficile sui compiti di imitazione è imparare il processo di imitazione e che l’imitazione può essere usata per imparare cose nuove. Come con qualsiasi cosa che voi insegnate, iniziate con i modi più facili di imitare e poi procedete a forme più difficili.
1/ Alcuni lattanti imitano i movimenti facciali istintivamente mentre imparano a riconoscere le espressioni dei volti. li primo tipo di imitazione intenzionale che i bambini imparano, tuttavia, è l’imitazione di azioni semplici usando gli oggetti. L’imitazione semplice con gli oggetti comprende azioni per le quali l’oggetto è indispensabile e presenta delle qualità che attirano l’attenzione del bambino. Agitare un sonaglio è un buon esempio. I sonagli sono facili da scuotere perché sono fatti per questo. Essi fanno un rumore quindi è più facile che il bambino presti attenzione. E il bambino probabilmente riuscirà ad imitare per caso perché è molto facile che il sonaglio produca un suono se il bambino appena lo muove. Un altro esempio di imitazione facile consiste nel far correre una macchinina. Facendola correre, riproducete dei rumori tipici della macchina affinché il vostro bambino faccia attenzione a quello che fate. Quando il bambino imita, anche se imita solo una delle vostre azioni, rispondete con entusiasmo così che lui sappia che questo è quanto voi volevate. Questo sarà l’inizio dell’apprendere che cosa sia l’imitazione.
2/ Il prossimo tipo di imitazione è l’imitazione di azioni alle quali gli oggetti di solito non sono destinati. Questo potrebbe essere far rotolare sul tavolo una bacchetta da tamburo invece di batteria sul tamburo. Di nuovo fate rumore o fate quello che provoca l’attenzione dei bambino verso l’attività, dimostrando il vostro piacere nel gioco. Altri esempi possono essere far strisciare un pettine sul bordo del tavolo, far saltare una macchina sui tavolo o battere il tavolo coi un cucchiaio. Scegliete oggetti che siano interessanti per il bambino. Poiché imitare a turno è più difficile che imitare nello stesso tempo, ed è meglio usare due oggetti identici quando esercitate l’imitazione. Gli oggetti comuni della casa, come cucchiai, cubi di legno o spazzolini da denti possono essere usati per queste attività.
3/ Tra i tipi più semplici di imitazione, è più difficile imitare delle azioni in cui il bambino non può vedersi mentre le compie. Per esempio, è difficile da imitare “tenere un pupazzo sopra la vostra testa” perché il bambino non può vedere se sta imitando correttamente o no. Ci vorrà più tempo e più pratica perché il bambino impari questo tipo di imitazione.
4/ L’imitazione dell’oggetto può assumere anche forme pi~ complesse. Se il bambino capisce attività visive non verbali come abbinare i colori e costruire con i cubi, fate dei giochi di imitazione con i cubi colorati. Per esempio, fate una torre con tre cubi colorati e poi date al bambino tre cubi identici ed incoraggiatelo ad imitare la vostra torre.
5/ L’imitazione dei movimenti del corpo di solito segue l’imitazione utilizzando gli oggetti. L: imitazione dei movimenti dei corpo è più difficile perché richiede che il bambino ricordi quello che voi avete fatto e poi imiti quella azione. Dovreste iniziare con movimenti facili che il bimbo può vedervi fare e poi lui stesso può vedersi fare. Per esempio, imitare il battere delle mani è un buon modo per iniziare.
Battere le mani è una cosa che molti bambini fanno spontaneamente, fa rumore e voi potete vedere gli altri che lo fanno mentre voi stessi Io state tacendo. Altri esempi sono battere sul tavolo, muovere le mani come in segno di saluto e fare il movimento di volare con le braccia. Di solito è più facile cominciare con movimenti ampi prima di passare a movimenti più fini come muovere le dita, I movimenti più complessi che sono più difficili da vedere verranno più avanti. Per esempio, toccarvi il naso o mettere le mani sulla testa sono più difficili per il bambino perché lui non può vedere se sta facendo l’azione bene.
6/ Una forma più complicata di imitare movimenti del corpo è di imitare due azioni allo stesso tempo. Per esempio, potete chiedere al bambino di “toccarsi la spalla e tirare fuori la lingua allo stesso tempo ‘~
7/ Imitare una sequenza di azioni è forse il tipo di imitazione più difficile. L’imitazione sequenziale dovrebbe iniziare solo con due movimenti semplici come “battere le mani poi battere su1tavolo “. Poi si possono introdurre sequenze lunghe e movimenti più complicati. Imparare questo tipo difficile di imitazione può esser utile al bimbo perché lo aiuterà ad affrontare l’idea di fare le cose in un ordine specifico. Imparare ad organizzare una serie di movimenti in sequenza corretta può tradursi in numerose altre attività quali effettuare compiti a due tappe o imparare a contare
Il gioco
Molte persone pensano che “giocare è giocare” e che non ci sia niente sul gioco che un bambino debba imparare. Ma tutti i bambini passano attraverso delle fasi nello sviluppo delle abilità di gioco che vanno dal giocare da soli con semplici giocattoli, al giocare insieme ad altri bambini. I bambini autistici hanno molta difficoltà ad imparare a giocare. Infatti di solito è più facile per un bambino autistico arrivare a lavorare che non a giocare con successo.
Il gioco sociale precoce
1/Il primo tipo di gioco dei lattante sono i giochi da bebè viso a viso. Giochi come ” fare dcucù” appartengono a questa categoria. I bambini autistici spesso hanno difficoltà con i giochi che implicano interazioni sociali. Essi hanno più successo in questi giochi se c’è una componente fisica, come il solletico, e se voi rendete il gioco molto familiare ripetendolo nello stesso modo ogni volta che Io fate. Un esempio di un gioco sociale ripetitivo potrebbe essere di dire lentamente ” 1, 2,3 avvicinandovi al bambino e poi iniziare a fargli solletico quando arrivate ai numero tre. Dopo molte ripetizioni ai bambino diventerà familiare questa routine. Egli inizierà ad anticipare quello che voi state per fare e potrà forse cominciare a fare alcune parti della routine con voi, come contare con voi, o prendere le vostre mani per farsi fare il solletico.
2/ Un altro tipo di gioco sociale è l’imitazione. I genitori di solito imitano i bambini piccoli come una forma di gioco precoce e di interazione. Alcuni bambini amano molto essere imitati e questo tipo di gioco può essere meno complicato socialmente per i bambini autistici. Ricordate che in questo tipo di gioco voi state imitando il bambino invece di chiedere a lui di imitare voi. Questo tipo di imitazione può essere più significativo per il bambino se voi usate due giocattoli identici e imitate le sue azioni con gli oggetti piuttosto che imitare solo i movimenti del corpo.
I bambini non autistici di solito sviluppano prima le abilità di gioco sociale e poi imparano a giocare con i giocattoli. L’ordine di questa sequenza è dovuto al fatto che generalmente Io sviluppo sociale progredisce più rapidamente dello sviluppo motorio. I bambini autistici spesso sviluppano le abilità di gioco in un ordine inverso perché, in confronto alle abilità sociali, le abilità motorie sono di solito un punto di forza. Pertanto i bambini autistici di solito imparano il gioco con i giocattoli prima del gioco sociale.
Il gioco con i giocattoli
3/ La prima fase di questo gioco è di imparare ad usare i giocattoli utilizzando il principio di causa – effetto”. Questi giocattoli creano un effetto osservabile quando un bambino compie una azione specifica. L’azione può esser molto semplice , come “scuotere un sonaglio – provocare un rumore ‘, o può essere più complicata, come far schiacciare un bottone di quei giocattoli che saltano fuori da una scatola. Questo tipo di giocattolo insegna ai bambini che le loro azioni possono provocare degli specifici eventi osservabili. I bambini saranno più interessati ai giocattoli quando impareranno che con i giocattoli si possono fare cose divertenti. Questa esperienza della relazione di causa-effetto è un concetto importante anche per altri tipi di apprendimento.
I giocattoli sono più facili da usare se il loro effetto è molto evidente. I giocattoli facili da manipolare per il bambino renderanno più possibile la riuscita del gioco. Per esempio, se i movimenti Fini sono difficili per il vostro bambino, scegliete un giocattolo che richieda movimenti alla sua portata, come premere su un grosso pulsante. I giocattoli saranno più motivanti se vi accertate che la reazione del giocattolo è piacevole per il bambino. Per esempio, se ai bambino piace la musica, trovate un gioco che suona una canzone quando si preme un pulsante.
Se il bambino ha difficoltà ad imparare ad usare un giocattolo potete fargli una dimostrazione a più riprese, giocando con il giocattolo e mostrandogli quello che fa. Potete anche accompagnare la mano del bambino in modo che egli compia il movimento corretto. Questo aiuterà il bambino ad imparare quali movimenti sono più importanti quando gioca con quel giocattolo.
4/ La tappa successiva del gioco con i giocattoli è imparare ad usare giocattoli che non hanno un effetto ovvio o uno scopo chiaro. Questo tipo di gioco è più difficile perché richiede al bambino di decidere che cosa il giocattolo dovrebbe fare invece di effettuare una azione dettata dalla struttura stessa del giocattolo. Quando insegnate ai bambino ad usare questo tipo di giocattolo è importante usare giocattoli che sono interessanti per il bambino. Dato che il gioco è difficile da imparare per i bambini autistici, usare materiali motivanti interesserà di più il vostro bambino al gioco.
Esempi di giocattoli semplici che non utilizzano il sistema “causa-effetto “sono le macchinine e i cubi. Questi giocattoli hanno scopi piuttosto ovvi dal nostro punto di vista, ma i bambini autistici possono avere difficoltà a vedere lo scopo di questo tipo di giocattolo. Quando non capiscono lo scopo, essi creeranno un loro uso personale di questi giocattoli (metterli in fila, sbatterli per terra). Va bene che il bambino usi i giocattoli in un modo che ha senso per lui, come mettere in fila i giocattoli. Non c’è bisogno che impediate ai bambino di fare un gioco ripetitivo. Invece, considerate queste attività come un mezzo per offrire al bambino una varietà maggiore di cose da fare con i giocattoli.
Prima dì insegnare qualsiasi abilità di gioco, dovete essere sicuri che il bambino abbia le abilità motorie per giocare con quel giocattolo. Se il bambino non ha ancora sviluppato una motricità fine sufficientemente precisa per sovrapporre i cubi, allora sarà frustrante per tutti e due se voi cercate di insegnargli a costruire una torre con i cubi. Scegliete quindi dei giocattoli che siano interessanti e facili da manipolare.
I seguenti sono due esempi di come usare una struttura e indicazioni visive per aiutare il bambino ad imparare a giocare con i giocattoli.
A/ Le macchinine: per rendere più chiaro io scopo tipico del giocattolo, aggiungete delle indicazioni visive. Per esempio, se state insegnando ai bambino a giocare con le macchinine, fate una semplice strada con un pezzo di cartone o con un pezzo della pista per le macchinine. La strada deve avere un inizio evidente, come un disegno della macchinina, ed una fine evidente, come una scatola dentro cui la macchina scompare. Mostrate ai vostro bambino che la macchina parte all’inizio del percorso, va fino alla fine e che si muove correndo sulla strada. Potete riprodurre il rumore della macchina per insegnare al bambino un altro aspetto delle macchinine che gli altri bambini utilizzano naturalmente.
Quando il bambino è capace di imitare il movimento della macchina su una strada semplice, potete usare delle strade più complicate con delle curve. Quando il bambino utilizzerà strade più difficili, potrete mettere lungo il percorso degli elementi di arredo, ad esempio una casa o una stazione di servizio ed insegnare al bambino a fermarsi in questi posti. Potrete anche fare delle strade con più possibilità così il bambino potrà scegliere quale strada seguire. Mentre gli insegnate, rendete il gioco sempre più complesso dando al bambino più scelte ma sempre fornendogli la struttura che rende il gioco più significativo. Alla fine potete forse fare a meno della strada mettendo solo gli arredi sul pavimento perché il bimbo “guidi” la macchinina dall’uno all’altro. Poi il bambino può imparare a creare le proprie strade, mettendo a posto lui stesso gli arredi. Tenete sempre presente che la struttura che date ai bambino offre più senso ai giocattoli. Se il bambino diventa meno interessato nei giocattoli quando voi togliete le strade e gli elementi di arredo, questo può voler dire che il bambino ha ancora bisogno di una certa strutturazione.
8/ I cubi: potete seguire una sequenza simile quando gli insegnate a giocare con i cubi. Potete usate dei cubi grandi più Facili da manipolare per il bambino. La prima cosa che molti bambini fanno con i cubi è di metterli in fila. Potete iniziare ad insegnare facendo vedere che si possono fare altre cose con i cubi. Potete fargli vedere come si impilano mostrandogli come mettere un cubo sopra all’altro. Iniziate con torri molto basse. Può esserci bisogno di qualche supporto fisico come un tubo trasparente dentro cui il bambino possa mettere i cubi. Così lui può vedere che i cubi vanno uno sopra all’altro. Questo tipo di struttura fisica insegna al bambino un nuovo modo di giocare con i cubi, ma io fa in un modo che gli rende facile riuscire perché è impossibile farli cadere. A volte è difficile giocare con i cubi perché ce ne sono troppi. il bambino può essere sopraffatto dal numero di cubi che ci sono in giro. Sarà più facile per il bambino porre attenzione a quello che viene fatto con i cubi se tutti i cubi eccedenti sono raccolti in una scatola o se voi date ai bambino un cubo per volta.
Se il bambino sa riempire un tubo con i cubi, allora potete provare ad incollare un cubo su un pezzo di cartone per avere una base stabile per costruirci sopra. Può anche essere utile per il bambino vedere voi costruire una torre. Questo è un compito che richiede capacità dì imitazione, quindi più il bambino sviluppa abilità di imitazione, più sarà facile insegnargli questo tipo di gioco. Quando il bambino sa imitare una torre, potete iniziare a costruire altre strutture semplici, come due torri una vicino all’altra. Se il bambino diventa molto bravo ad imitarvi, potete provare mostrandogli un modello di una struttura che è stata già costruita e vedere se lui può imitarla solo guardando il prodotto finito. Se il bambino ha difficoltà con limitazione, potete dargli altri suggerimenti visivi per dimostrare dove vanno i cubi.
Per esempio, potete disegnare uno schema di costruzione con cubi su un pezzo dì cartone, in modo che ci sia un quadrato per ogni cubo. Poi il bambino può abbinare i cubi ai quadrati, appoggiandoli sui cartone. Come la strada, fornire una griglia per abbinare, è una struttura che aiuterà il bambino a giocare. Quando il bambino sa costruire alcune semplici strutture con i cubi voi potete mostrargli due modelli o due disegni per abbinare e lasciare scegliere al bambino quella che vuole completare. Quando il bambino ha l’idea che può scegliere che cosa fare voi potete aumentare il numero di modelli tra i quali scegliere
La tappa seguente potrebbe essere di insegnare ai bambino ad aggiungere delle cose di sua iniziativa. Per esempio, sarà più facile per il bambino abbinare delle immagini che hanno lo stesso colore e dimensione dei suoi cubi. Dopo un po’ potete fare i vostri modelli con cubi di un solo colore e dare al bambino dei cubi con vari colori diversi così lui comincia a sviluppare l’idea che le strutture non devono essere esattamente identiche. Mentre state insegnando, dovete trovare un equilibrio tra il fare le cose sempre nello stesso modo affinché lui possa acquisire molta pratica e l’introdurre delle variazioni affinché il bambino non rimanga ferito sull’idea che le cose debbano essere sempre uguali. L’obiettivo finale con il gioco è che il bambino prenda l’iniziativa di fare quello che vuole con i giocattoli. Appena il bambino ha sviluppato alcune abilità di base mettete delle scelte nel vostro tempo di gioco. Se il bambino sa scegliere un modello e certi colori da solo, allora iniziate a dargli un contenitore con alcuni cubi ma senza modello e guardate cosa Fa. Di nuovo, il bambino avrà bisogno della struttura per aiutare il gioco, quindi non toglietegli il vostro aiuto tutto in una volta. Per esempio potete dare al bambino più scelte su cosa costruire ma dargli ancora un numero limitato di cubi.
5/ Il livello successivo di gioco è imparare a mettere insieme due diversi tipi di giocattoli nella stessa attività. Ad esempio si potrebbe mettere una persona in una macchina giocattolo e guidare la macchina. Oppure mettere a letto una bambola e coprirla con una copertina. Questo è un gradino iniziale verso il gioco di ” finta ” ma non richiede abilità di immaginazione più sofisticate perché i giocattoli sono usati nel modo in cui vengono usati abitualmente. Per esempio, se voi prendete un bastoncino e “fate finta “che sia una persona e io mettete dentro una macchina, allora voi usereste un oggetto per rappresentare qualcosa che non è. Questo tipo di gioco richiede più abilità di immaginazione. Se voi usate un bambolotto o una figurina, allora il gioco è più chiaro visivamente e richiede meno immaginazione.
Iniziate usando modelli visivi, limitando il numero di oggetti o di personaggi, incoraggiando il bambino ad imitare, e usando dei suggerimenti visivi per aiutare il bambino ad imparare questa abilità. Gli stimoli visivi spesso richiedono della creatività da parte vostra dato che di solito non sono necessari nei gioco dei bambini non autistici. Riprendendo l’esempio della strada, potete aggiungere il suggerimento visivo di mettere la persona giocattolo in una delle fermate che già il bambino usa.
Potete anche mettere la figura di un personaggio all’inizio della strada quando avete già messo la figura della macchina. Alla fine della strada mettete una casa vicino al garage così che la persona va nella casa quando la macchina va nel garage. Questo è un ricordo visivo di una routine che è familiare: entrare nella macchina e andare a casa.
Potete usare dei suggerimenti simili nel gioco delle bambole. Per esempio, sarebbe utile usare due bambole e due Iettini. Una bambola potrebbe già essere nel suo lettino così è più chiaro cosa fare con la seconda bambola. Usare giocattoli che fisicamente “appaiono giusti” al bambino farà avere più successo al gioco. Per esempio, usare un letto della misura giusta per la bambola renderà più facile vedere che è lì che va la bambola. Oppure usare delle figure che sono della misura giusta per entrare nella macchina renderà più facile vedere che la figure deve andare a guidare la macchina.
Man mano che il bambino riesce in queste semplici routines, introducete altre fasi nella stessa routine. Per la macchina potrebbe significare mettere diverse persone in un autobus invece che una sola persona in una macchina. O potete fare che la persona si ferma alla pompa di benzina mentre va a casa. Questo è più facile se avete una stazione di servizio giocattolo con I’erogatore di benzina
Con le bambole potreste introdurre il gesto di baciare la bambola e poi di metterla a letto, oppure spazzolare i capelli della bambola prima di metterla a letto. Anche in questo gioco usate oggetti che sono impiegati nella vita quotidiana così è chiaro al bambino a che cosa servono gli oggetti.
Molti altri giocattoli possono essere adattati in modo che siano più chiari visivamente. Le scatole con le forme possono essere più chiare visivamente se voi contornate ogni foro con Io stesso colore del cubo che va infilato dentro quel foro. Se ai bambino piacciono gli animali voi potete creare un recinto, una stalla ed un percorso recintato che va dal recinto alla stalla. Questo rende chiaro al bambino una azione che lui può fare con gli animali ( altri esempi : i dinosauri possono camminare da una caverna all’altra; un coniglio di pelouche può percorrere una strada saltellando, fermarsi per mangiare una carota, e poi saltare in una tana).
6/ Quando il bambino ha imparato a giocare con diversi giocattoli potete essere sorpresi per il fatto che non tira fuori spontaneamente i giocattoli per giocare. Questo può succedere anche se il bambino ama giocare quando voi prendete i giocattoli. E’ spesso difficile per i bambini autistici sapere come iniziare una attività. Voi potete aiutarlo a superare questa difficoltà dando al bambino un elenco di giocattoli con cui giocare. Per esempio, voi potreste mettere tre figure in Fila sopra le scatole dei giocattoli del bambino. La prima potrebbe essere una figura di macchine, la seconda una figura di cubi, e la terza una figura di un libro che gli piace. Tenete i materiali che servono al bambino per ogni tipo di gioco in contenitori separati così lui non deve organizzare il materiale prima di iniziare.
Il gioco con i coetanei
7/ Quando il vostro bambino padroneggerà diversi tipi di gioco potrete iniziare a introdurre altri bambini nel suo gioco. Il bambino riuscirà meglio se gli altri bambini vengono inclusi gradatamente. Come per i nuovi elementi dei gioco, gli altri bambini dovranno essere introdotti a tappe successive. Inizialmente i bambini giocano semplicemente nella stessa stanza. Essi non giocano con gli stessi giocattoli e non interagiscono. Essi semplicemente giocano in prossimità l’uno dell’altro. I bambini autistici possono aver bisogno di più tempo in questa fase dei bambini non autistici perché la presenza degli altri bambini può essere per loro fonte di distrazione o di irritazione.
8/ il tipo successivo di gioco con i coetanei è giocare vicino con gli stessi materiali. Per esempio, due bambini giocano entrambi con i lego, ma non condividono i pezzi e non costruiscono le stesse cose. Alcune attività che sono particolarmente adatte per questo tipo di gioco sono le sabbiere, i tavoli ad acqua, una scatola piena di giocattoli simili, come ad esempio macchine, o dipingere sullo stesso pannello murale.
9/ Una volta che i bambini usano lo stesso materiale contemporaneamente, essi possono cominciare a condividere i materiali ma continuare a giocare fianco a fianco. Per esempio, i lego possono essere in un solo contenitore dai quale ogni bambino prende i suoi pezzi. Sebbene il bambino stia giocando vicino o anche con un coetaneo non autistico, può avere ancora bisogno di usare le strutture che ha imparato nel gioco individuale. Per esempio, i due bambini stanno usando entrambi i lego ma il vostro bambino magari sta costruendo qualcosa abbinando i pezzi ad una immagine, mentre l’altro bambino sta giocando senza una figura come guida visiva.
1 0/ Quando i bambini sanno condividere i materiali essi possono essere pronti a giocare insieme. Quando voi iniziate questa fase con un bambino autistico è spesso utile usare un bimbo più grande che ha più probabilità di essere paziente. Di nuovo, è meglio introdurre questo cambiamento nel contesto di una attività che il vostro bambino fa già bene. Per esempio, se al bambino piace e gli riesce bene giocare con i cubi, questa potrebbe essere una buona attività durante la quale coinvolgere un altro bambino. Di nuovo, se il vostro bambino usa certe strutture come i percorsi recintati per giocare con gli animali, dovrebbe continuare ad usare queste strutture.
E’ probabile che la maggior parte dei coetanei non obbietti a queste strutture e possa anche trovare modi più complessi per inserirle nel gioco.
Dei suggerimenti visivi possono essere usati per insegnare altre abilità di gioco come il fare a turno. Per esempio, se due bambini stanno giocando con i cubi insieme, i cubi possono essere in un contenitore e i bambini possono prenderli a turno passandosi il contenitore l’un l’altro.
11/ Tutti i bambini iniziano a giocare con giochi di società tentando giochi molto semplici. Alcuni giochi di società possono aver bisogno di essere ulteriormente semplificati per i bambini autistici. I bambini autistici hanno bisogno di giochi di società semplici perché le richieste sociali di giocare un gioco sono così importanti che riusciranno e si divertiranno di più se sarà loro molto facile padroneggiare i meccanismi del gioco. Per esempio, si possono divertire al gioco “/vlemory” usato come un gioco di accoppiamento con tutte le carte scoperte : ogni bambino deve prendere a turno due figure uguali da mettere insieme. Il gioco “UNO” può essere giocato accoppiando semplicemente i colori senza preoccuparsi di abbinare i numeri o di seguire le altre istruzioni. I giochi da tavolo (come il Gioco de/l’Oca ) possono essere giocati senza dadi : ogni giocatore si sposta dello stesso numero di spazi ogni volta. Di nuovo questi giochi sempliFicati spesso funzionano meglio con bambini più grandi che capiscono che non è necessario vincere sempre.
12/ Coinvolgere i compagni nel gioco dei bambini artistici non sempre ha portato a miglioramenti significativi nelle abilità sociali. L’introduzione progressiva di altri bambini aiuterà ad assicurarsi che il bambino autistico possa avere successo in esperienze di interazioni sociali. Se il bambino autistico si sente bene durante il gioco, anche al bambino non autistico piacerà di più giocare. I compagni non autistici sono spesso utili insegnanti di abilità sociali ma, come ogni insegnante, essi hanno bisogno di informazioni sui loro compagni autistici. Si possono dare semplici istruzioni ai compagni per aiutarli a capire perchè i bambini autistici si comportano in quel modo. E’ particolarmente utile insegnare ai compagni che i bambini autistici non capiscono sempre bene le parole e che essi possono aver bisogno di sforzi maggiori per restare coinvolti in una attività sociale.
Cose da ricordare
1/ L’aspetto più difficile nell’insegnare il gioco, l’imitazione, e la comunicazione è la comprensione dei concetti e di quello che è in gioco in queste aree di sviluppo. I bambini autistici non acquisiscono in maniera innata il significato o l’importanza di tutte queste abilità. Questo è il motivo per cui è importante cominciare ad un livello in cui il vostro bambino possa provare il più possibile l’esperienza di riuscire. Se il bambino non riesce nelle attività che provate, o non è capace di completare da solo, può essere necessario tentare una attività più semplice. Questo non deve essere considerato un passo indietro. I bambini autistici possono essere molto altalenanti nella capacità di mettere in atto le loro competenze. Il vostro bambino può essere capace di comunicare con singole parole nei suoi giorni migliori ma può aver bisogno di usare le immagini in altri giorni. Oppure il bambino può essere capace di costruire delle torri con suo fratello alcune volte, ma in altri momenti può riuscire solo se gioca da solo. Rassicurarvi che il bambino acquisisce delle abilità ad ogni livello può significare che il progresso sarà lento, ma questo approccio avrà più possibilità di garantire che quello che il bambino impara è per lui significativo e utile.
2/ Ci sono in realtà molti tipi di sviluppo che possono essere rivisti in questo modo passo dopo passo. Per esempio, lo sviluppo sociale, come il pensiero non verbale, l’imitazione, la comunicazione, e le abilità di gioco emergono in una sequenza di fasi evolutive. Nelle fasi precoci dello sviluppo, tuttavia, molti tipi di abilità sono collegati. Il miglioramento nelle abilità di gioco e nella comunicazione promuoverà lo sviluppo sociale, li miglioramento nel pensiero non verbale aiuterà il vostro bambino all’uso dei giocattoli. Ricordare di enfatizzare i punti di forza e gli interessi del bambino in tutti gli ambiti è importante perché Io sviluppo delle sue aree più forti promuoverà lo sviluppo nelle aree più deboli.
3/ Man mano che il bambino attraversa ogni fase di sviluppo e intraprende attività più complicate, ricordatevi di fare in modo che ogni passo avanti sia un piccolo passo. Cambiate ogni attività poco per volta. Per esempio, se il bambino sa comunicare con successo riguardo al cibo usando le figure, voi potete desiderare che il bambino inizi ad usare le parole ed inizi a comunicare riguardo ad altri argomenti. Questo provocherebbe probabilmente troppi cambiamenti in una volta e porterebbe a delle frustrazioni.
Scegliete di insegnare solo una cosa per volta. Per esempio, introducete una varietà maggiore di Figure da usare per comunicare ma aspettate che padroneggi la comunicazione con le immagini prima di insegnargli un nuovo tipo di comunicazione come il linguaggio.
4/ Ricordate che le abilità visive sono di solito un punto di forza per i bambini autistici. Può essere necessario molto lavoro e molta creatività per imparare ad usare le tecniche visive. Tuttavia, enfatizzare questo tipo di apprendimento ha buone probabilità di accrescere l’abilità del vostro bambino di imparare e di capire a tutti i livelli di sviluppo.
…
AUTISMO. ANIMALI Dl TUTTO DI PIU’
Nata negli Stati Uniti, solo da pochi anni viene praticata anche in alcuni centri del nostro Paese.
letteralmente significa “terapia con animali”, viene chiamata anche terapia dolce e prevede l’utilizzo degli animali per migliorare la qualità di vita delle persone e mira a seguire il soggetto problematico e non tanto il problema o la malattia, in tal modo l’animale diventa il ponte invisibile tra operatore e soggetto seguito.
La Pet Therapy si suddivide in:
Attività Assistita con Animali (A.A.T. ), che risulta essere una terapia vera e propria rivolta a persone con problemi fisici e/o psichici, da affiancare ad altre cure, dove viene precedentemente fatto un progetto individualizzato da seguire, che prevede la scelta dell’animale adatto in base allo scopo da raggiungere e la presenza di un’equipe multidisciplinare che collabori a tale progetto (compresa la Stesura e la verifica del progetto stesso).
Attività Assistite con Animali ( A.A.A. ). che mirano a migliorare la qualità di vita delle persone in situazione di disagio, in quanto l’animale risulta, essere un perfetto tramite per lo sviluppo delle relazioni.
La Pet Teraphy viene utilizzata anche a livello ludico ( gioco ), per la socializzazione, per favorire la comunicazione e per lo sviluppo e/o potenziamento della responsabilità e dell’autostima.
L’animale in sé è un “catalizzatore” sociale capace di creare situazioni positive e rilassanti; cane, gatto, cavallo, delfino (e non solo) sono gli animali più conosciuti che svolgono un importante ruolo nei confronti di persone con disabilità psicofisica.
Il cane, in particolar modo, è il soggetto preferito dai seguaci della Pet Therapy ; come cane sociale per migliorare le condizioni psichiche e/o fisiche di bambini, adulti, anziani; come cane di servizio per aumentare la mobilità delle persone con limitazioni fisiche, come cani da passeggio per persone cieche o sorde.
Delfinoterapia
E’ un’attività praticata negli Stati Uniti da oltre 15 anni, in Italia è giunta verso il 1993 e viene svolta nei mesi estivi, nei delfinari di Rimini e Brindisi.
E’ una terapia indicata nei casi di autismo infantile, negli stati depressivi degli adulti e per taluni disturbi psichici.
I benefici di tale attività sono dati dal rilassamento e da un completo benessere psico-fisico che si basa su contatti spontanei tra i delfini e le persone che nuotano e giocano con loro.
Per tale attività viene richiesta una buona acquaticità ( e purtroppo è problematico parteciparvi perché vi sono liste di attesa lunghissime, di oltre 6 mesi).
Per informazioni : Associazione ARION tel. 06 58243
Ippoterapia o Riabilitazione Equestre
E’ destinata a coloro che presentano disturbi neuromotorì, motorì. sensoriali e relazionali, (e quindi adattissima anche ai soggetti Autistici),
Il cavallo stimola il proprio “cavaliere’ nell’equilibrio, nel coordinamento motorio, nel processo Spazio-temporale.
Si ha, inoltre, un forte beneficio psicologico con conseguente aumento dell’autostima.
Gli scopi della Riabilitazione Equestre sono: conservazione degli arti sani e sfruttamento dei gruppi muscolari colpiti da alterazioni invalidanti; miglioramento della situazione statica e dinamica, ottenere dei miglioramenti sulle condizioni psichiche.
Elemento fondamentale di tale attività è il cavallo che mette a disposizione una ricchezza di strumenti naturali quali il ritmo, la sua corporeità, le sensazioni. provocate dal suo movimento, non statiche ma in continuo mutamento, che scatenano delle reazioni in chi ci sta sopra risvegliando in loro capacità che in altro modo difficilmente avrebbero potuto sperimentare, data la particolarità dello “strumento” utilizzato.
Gli animali in quest’ottica, diventano co-terapeuti, diventano il mezzo per raggiungere lo scopo. L’animale prima dì tutto offre la possibilità di stabilire una relazione, non fa domande, accetta incondizionatamente chi ha di fronte qualsiasi sia Ia sua patologia o problematica sociale.
In questo senso l’amicizia che si stabilisce con un’animale non è solo terapia, ma anche prevenzione e protezione dell’equilibrio psico-fisico dell’individuo.
Molto importante è l’elemento Iudico (gioco), il bambino in particolar modo attraverso il gioco raggiunge risultati difficilmente ottenibili con attività imposte prettamente terapeutiche e/o riabilitative.
Agli animali si può insegnare, dagli animali si può imparare.
…
Nell’interazione con i bambini/ragazzi/persone dello spettro autistico, alcuni stili di comunicazione si sono rivelati efficaci:
Usa solo parole necessarie
Prova ad eliminare ogni linguaggio che non fornisce informazioni chiave.
Per esempio:
NON DIRE…
“Ti dispiacerebbe venire qua e sederti sulla sedia?”
MA DI’:
“Riccardo, siediti qui” (indica con il braccio quale sedia intendi)
Fornisci tutte le informazioni possibili
Sebbene i bambini/ragazzi si possano innervosire con i cambiamenti, reagiscono meglio se informati in precedenza, così da anticipare ciò che accadrà.
Per esempio
NON…
Non evitare di dire a Riccardo che il suo educatore è ammalato. Non lasciargli scoprire ciò quando entrerà in classe e vedrà che c’è un altro educatore al posto di quello solito. Tacere può sembrare la scelta più semplice, puoi pensare che così facendo stai minimizzando il suo livello di stress nell’apprendere cattive notizie. Ma è meglio affrontare le cose, prima che queste accadano, piuttosto che attendere un responso (non prevedibile). A volte solo quando le routine sono spezzate, vediamo quanto il bambino faccia affidamento su queste.
MA…
Preparalo: “Riccardo, domani andrai a scuola. La Signora Bianca non sarà là. Ha un brutto raffreddore. Il Sig. Stefano di solito t’insegna matematica. Domani il Sig. Stefano sarà il tuo insegnante di riferimento per tutto il giorno”.
Fornisci al tuo ragazzo tutte le informazioni di cui senti possa aver bisogno. Sii preparato a rispondere alle sue domande. Sii onesto, se non sei sicuro che l’insegnante ritorni il giorno successivo, dillo. Spiega cosa accadrà in quest’eventualità. Essere informati sulla situazione rende più sicuri.
Tieni sotto controllo ogni cambiamento nel comportamento del ragazzo -se è più aggressivo od ossessivo, può darsi che necessiti di essere rassicurato sul cambiamento di routine e sul come ciò avrà a che fare con lui.
Sii positivo
Non dire al ragazzo solo ciò che non dovrebbe fare, digli anche ciò che dovrebbe fare.
Per esempio:
NON DIRE
“Non voglio che lasci i tuoi giocattoli sparsi su tutto il pavimento”
Ciò non dice nulla al ragazzo, a parte quello che a già fatto!
MA DI’…
“Riccardo, raccogli i tuoi giochi dal pavimento. Mettili nella scatola dei giocattoli”
Evita il sarcasmo
Il tuo ragazzo potrebbe possedere una comprensione molto letterale del linguaggio. Se vuoi indicargli che faccia qualcosa, usa uno stile diretto.
Per esempio
NON DIRE…
“Hey, che camera pulita hai!” (con la voce sarcastica che indica quanto la camera sia davvero in disordine). Il ragazzo potrebbe prendere le tue parole sul serio. Ciò può infuriare -fa magari pensare che il ragazzo sia sfrontato o che ci stia rispondendo a sua volta sarcasticamente, ma questa è un’incomprensione reale. Il sarcasmo è un uso del linguaggio complesso che alcuni bambini/ragazzi con ASD non possono riconoscere od usare. (Alcuni bambini/ragazzi più capaci forse potranno imparare le regole del sarcasmo ed essere poi in grado di riconoscerlo e di rispondere alle sue forme più semplici).
MA DI’…
“Che disordine. Metti i tuoi vestiti nel cassetto”
Quando è possibile usa termini concreti
Il ragazzo capirà meglio questo tipo di linguaggio. Ciò indica anche le basi sulle quali fornirgli informazioni sufficienti per rassicurarlo.
Per esempio:
NON DIRE
“Non possiamo farlo adesso, lo faremo dopo”
MA DI’…
“Riccardo, so che vuoi andare a nuotare. Ti porterò a nuotare stasera alle cinque”.
Se sono formulate altre domande, prova a rispondere (se ragionevoli). Dev’essere trovato, ovviamente, un modo che bilanci l’essere informativi e l’essere concisi. Solo tu puoi sapere quante informazioni tuo figlio può capire ed introiettare: “Non possiamo andare a nuotare adesso. La mamma vuole venire con noi. Tornerà dal lavoro alle cinque. Quando arriverà a casa, andremo a nuotare”.
Fornire abbastanza informazioni è importante anche quando si vuole lodare il ragazzo -devi rendere chiaro perché sei felice del suo comportamento. Ciò lo incoraggerà a ripetere, anche in futuro, lo stesso comportamento.
PROVA A DIRE…
“Hai messo a posto la tua camera. Che bello!”
PIUTTOSTO CHE…
“Sei bravo”
Fornisci tempo extra per pensare
I bambini/ragazzi con ASD possono aver bisogno di più tempo per assimilare le informazioni date loro. Renditi conto di ciò. Se necessario torna da loro per la risposta dopo qualche minuto. Se sai che ti ha capito la prima volta, prova a non ripeterti. Ciò, infatti può essere frustrante per il ragazzo che sta provando a rispondere ma necessita di più tempo per replicare ().
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http://www.autismoonline.it/terapie-riabilitative/stili-di-comunicazione-con-i-ragazzi-autistici/
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